Arabat Bianco -300AB

Avete mai avuto la sensazione di tenere tra le mani qualcosa con un potenziale elevato ma inespresso? Ecco, è proprio questa la sensazione che avvertiamo riguardo agli agrumi del Gargano.

Non possiamo semplicemente mangiarle queste arance?!

Allo stato attuale, bisogna prendere atto di come la realtà che circonda questo tema sfumi non poco. Da un lato c’è chi punta alla commercializzazione di questi prodotti della terra, dall’altro bisogna fare i conti con criticità che non dipendono da fattori tecnici, piuttosto, sono influenzate dal lassismo generale che affligge e contraddistingue chi vive la quotidianità dei nostri territori.

Gli agrumeti sono spesso costruiti su terrazze; non è un lavoro facile, richiede molta manualità. Oggi uno dei problemi principali è la ricerca di manodopera specializzata, non solo nella raccolta degli agrumi, che rappresenta l’ultima fase del processo, ma anche in tutti quei lavori di manutenzione e cura di questi giardini che disegnano il paesaggio, rendendolo “uno dei paesaggi rurali storici iscritti nel registro del Ministero dell’Agricoltura”.

Esiste dunque un aspetto agrodolce della vicenda. C’è chi, pur di non far cadere queste arance col rischio di acidificare il terreno per altre colture, si è ingegnato per metterle al centro di un sistema doppiamente circolare, o come dicono gli stessi startupper di Arabat:

“Dalla terra la rivoluzione elettrica”

Così, quasi per magia, la stessa che può venire a crearsi quando credi fermamente nel tuo progetto, questi ragazzi oggi rappresentano un valido esempio di come l’università non sia solo teoria e non è vero che devi per forza portare avanti una tradizione di famiglia per attualizzare al meglio quel valore di cui, un po’ tutti oggi avvertiamo la necessità di preservare… Il pensiero è sempre rivolto alla nostra terra, alle nostre radici.

Ci sono delle idee, poi ci sono delle visioni; visioni innovative che possono stravolgere vecchi paradigmi ed AraBat rappresenta il Role model per eccellenza dal nostro punto di vista.

Le arance del Gargano rappresentano uno dei concetti di ispirazione di questa idea di business. Da qui nasce AraBat; una start-up che fonda le sue basi su concetti di sostenibilità, economia circolare e aspirazione a cambiare lo stato delle cose.

Lo sappiamo, sei curioso e ti sarai sicuramente chiesto quando sarebbe arrivato il momento in cui anche “I’m from Gargano” avrebbe parlato di Arabat, la start-up pugliese più in voga del momento. Chi ci segue lo sa: la caratteristica che contraddistingue i nostri contenuti rispetto alla semplice notizia di tendenza è quella di non trattarsi del racconto di una storia. Ogni fattispecie è analizzata e studiata affinché emerga il vero valore che c’è dietro ad ogni idea di business, in grado di contaminare il nostro, ma soprattutto il vostro, punto di vista.

Insomma, questa start-up rappresenta l’innesto perfetto tra il “trattenere know-how” e ricercare soluzioni semplici ma innovative, in grado di risolvere potenziali criticità che affliggono il nostro territorio. A noi piace immaginarla in questo modo!

Come nasce l'idea?

Come nasce l'idea di Arabat?

Capita di leggere un articolo, contenuto quasi ipnotizzante! Il modello puntava a recuperare materie prime critiche dalle batterie attraverso gli scarti agroalimentari. Ne parliamo, e decidiamo di sviluppare un nostro personalissimo e originale trattamento di riciclo, ispirati da un lavoro del MIT Singapore. Alla base di questo racconto le arance del Gargano rappresentano uno dei concetti di ispirazione della nostra idea di business. Il fattore territoriale è stato fondamentale per la definizione del nostro progetto che deve molto al network che abbiamo sviluppato prima con NemicoRe. L’Associazione NemicoRe è stata determinante per la nascita e lo sviluppo iniziale del progetto imprenditoriale AraBat. Quest’ultimo infatti è nato come prosecuzione pragmatica, profit, della vision alla base di NemicoRe e legata ai concetti di sostenibilità, economia circolare, anticonformismo e aspirazione a cambiare lo stato delle cose. Siamo passati da “È ancora viva la Poesia, lasciamo che riaffiori in noi”, inno di NemicoRe (con cui comunque continueremo il relativo percorso culturale e no profit), a “Dalla terra, la rivoluzione elettrica”. Perché AraBat nonostante tutto, per noi rappresenta un esperimento di poesia e “veggenza”. Prima ancora di avere una identità giuridica, mossi da una “volontà di potenza” che da sempre ci anima, abbiamo puntato tutto sulle relazioni con le istituzioni e con gli esperti più visionari e preparati del nostro territorio, come il professore Matteo Francavilla dell’Università di Foggia. Credo che l’empatia sia un ingrediente importante per ottenere successo nel mondo del business: partendo da questo e da uno spirito controcorrente, artistico direi, abbiamo cercato di creare delle relazioni umane prima ancora che professionali. E questo ci ha permesso poi di velocizzare lo stesso meccanismo di formalizzazioni e burocrazie, ancora tanto pesante in Italia. Nel 2021, abbiamo poi vinto e partecipato al percorso di incubazione “Estrazione dei Talenti” di ARTI Puglia che ci ha consentito di dimensionare il progetto tecnologico e di impresa. La nostra idea non vuole esclusivamente contribuire alla transizione elettrica, ma anche individuare una soluzione complessiva che possa risolvere altri problemi, specie quelli più “tipici” dei nostri territori, come appunto quello del riutilizzo potenziale delle arance del Gargano.
Abbiamo disegnato così un sistema doppiamente circolare: riciclare le batterie al litio a fine vita attraverso il riutilizzo di scarti vegetali o della frutta.

Il modello di business

Modello di business Arabat

L’idea di business consiste nel riciclare rifiuti pericolosi (le LIB esauste) attraverso altri rifiuti scarti agroalimentari, come la buccia delle arance e nel recuperare, da tali rifiuti, dei composti a base di litio, cobalto, nichel e manganese da rivendere al Mercato. I prodotti fondamentali di AraBat sono quelle risorse oggi definite dall’Unione Europea “materie prime critiche”: cobalto, litio, nichel, manganese. Il mercato che contraddistingue questi metalli preziosi è così solido che la relativa domanda ora e per i prossimi decenni sarà sempre crescente grazie anche alla transizione energetica a cui si sta andando incontro. Attraverso ricerche di mercato, abbiamo compreso come sia necessaria una soluzione circolare che eviti l’insostenibile estrazione mineraria e che fornisca un nuovo flusso costante di materie prime. Il nostro brevetto definisce quella che nel gergo prende il nome di idrometallurgia verde, basata su scarti e biomasse e inediti utilizzi di trattamenti di supporto alla lisciviazione. Da quello che ci risulta, siamo gli unici in Italia e tra i pochi al mondo ad avere individuato una dimensione biologica alla rivoluzione elettrica. E di questo siamo molto orgogliosi. Ma non ci fermiamo qui: mentre lavoriamo all’industrializzazione e al puro business, siamo continuamente lavorando per migliorare le nostre performance tecnologiche e individuando potenziali e migliori alternative per il futuro. Nostro e dell’umanità.

Come viene pubblicizzato il brand?

Come viene pubblicizzato il brand di Arabat?

Comprenderete bene che la crescita fin qui avvenuta non è stata di fatti solo tecnologica. Il nostro è prima di tutto un progetto di business! abbiamo costruito un network che conta potenziali clienti di rilevanza internazionale, siglato un protocollo di intesa con un partner internazionale per la nostra industrializzazione e ora stiamo per chiudere il nostro primo round di investimenti. Come ogni impresa, puntiamo ad una crescita graduale e significativa che ci possa permettere di accrescere il valore economico complessivo e di entrare poi nel mercato con dei clienti. L’essere stati in grado di sintetizzare al massimo le relazioni attorno al nostro network ci ha permesso di partecipare alle più importanti start up competition del paese . Numerosi e prestigiosi sono i riconoscimenti e i premi vinti dalla startup: “Avviso Selezione Team - Estrazione dei Talenti” di ARTI Puglia; Apulian Sustainable Innovation Award 2022 (Premio Migliore Innovazione Ecosostenibile); Digithon 2022 (Premio Gino di Pace); Smart AgriFood Summit Malaga 2022 (Premio Startup più sostenibile); ENI Award 2022 (ENI Joule for Entrepreneurship), quest’ultimo conferito dal Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella a ottobre 2022.

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